PENSIERI DELLA DOMENICA

Diciottesima Domenica del Tempo Ordinario

SCUOLA ESTIVA DI PREGHIERA – SESTO ESERCIZIO: RICHIESTA DI PERDONO

I primi tre esercizi – (1) apertura del cuore, (2) invocazione dello Spirito Santo, (3) preghiera del Padre nostro – costituiscono i tre esercizi con cui si aprono le nostre giornate. Nelle ultime due domeniche, poi, abbiamo suggerito di introdurre anche (4) la preghiera del cuore e (5) la benedizione dei pasti perché scandiscano le ore delle nostre giornate. L’esercizio da aggiungere questa settimana consiste in un breve momento prima di addormentarsi per ripensare il male che abbiamo compiuto durante la giornata e per ogni azione cattiva compiuta chiedere perdono al Signore con una piccola invocazione del tipo: «Signore, pietà».


PERLE DEI PADRI DELLA CHIESA PER L’ESTATE

«Ora incomincio ad essere un discepolo. Nulla di visibile e di invisibile abbia invidia perché io raggiungo Gesù Cristo. Il fuoco, la croce, le belve, le lacerazioni, gli strappi, le slogature delle ossa, le mutilazioni delle membra, il pestaggio di tutto il corpo, i malvagi tormenti del diavolo vengano su di me, perché voglio solo trovare Gesù Cristo. Nulla mi gioverebbero le lusinghe del mondo e tutti i regni di questo secolo. È bello per me morire in Gesù Cristo più che regnare sino ai confini della terra. Cerco quello che è morto per noi; voglio quello che è risorto per noi. Il mio rinascere è vicino. Perdonatevi fratelli. Non impedite che io viva, non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo né seducete con la materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che riceva la luce pura; là giunto sarò uomo. Lasciate che io sia imitatore della passione del mio Dio. Se qualcuno l’ha in sé, comprenda quanto desidero e mi compatisca conoscendo ciò che mi opprime. Il principe di questo mondo vuole rovinare e distruggere il mio proposito verso Dio. Nessuno di voi qui presenti lo assecondi. Siate piuttosto per me, cioè di Dio. Non parlate di Gesù Cristo, mentre desiderate il mondo. Non ci sia in voi gelosia. Anche se vicino a voi vi supplico non ubbiditemi. Obbedite a quanto vi scrivo. Vivendo vi scrivo che bramo di morire. La mia passione umana è stata crocifissa, e non è in me un fuoco materiale. Un’acqua viva mi parla dentro e mi dice: vieni al Padre. Non mi attirano il nutrimento della corruzione e i piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di Davide e come bevanda il suo sangue che è l’amore incorruttibile. (Sant’Ignazio di Antiochia, Lettera ai Romani, inizio II secolo d.C.).