Tredicesima Domenica del Tempo Ordinario
Dobbiamo pregare il Signore di donarci la grazia di Giàiro e della donna emorroissa. La grazia di andare contro la legge di Mosè pur di toccare il lembo del mantello di Gesù. La grazia di andare contro ogni giudizio sociale (un capo della sinagoga che si mette in ginocchio davanti a Gesù!) pur di incontrare Gesù.
Sì, uno dei passaggi fondamentali della vita spirituale è implorare la salvezza dal Si-gnore Gesù, dall’unico che può salvarci. Avremo anche noi il coraggio di chiedere la salvezza per la nostra vita? Avremo noi il coraggio di chiedere con tutte le nostre forze al Signore Gesù di salvarci dalla nostra pigrizia, dalla nostra ira, dalla nostra invidia, dalla nostra superbia? Avremo noi il coraggio di domandare al Signore di salvarci dal male e dalla morte? (Enzo)
SCUOLA ESTIVA DI PREGHIERA – PRIMO ESERCIZIO: L’APERTURA DEL CUORE
Da questa domenica vorrei iniziare una piccola scuola estiva di preghiera. Scuola: come ogni cosa anche la preghiera s’impara, soprattutto attraverso degli esercizi che pian piano nella vita devo diventare abitudini. Estiva: in estate i ritmi delle nostre giornate sono più calmi e questo favorisce la dedizione al servizio e all’ascolto. Preghiera: ad ogni età della vita si deve fare nostra la domanda dei discepoli: «Signore, insegnaci a pregare».
Primo esercizio – Apertura del cuore: Ogni mattino, quando ti alzi, fai questa preghiera: «Signore, tu conosci la mia povertà, ecco, all’inizio di questo nuovo giorno, ti apro il mio cuore perché tu possa mostrarmi il tuo volto e salvarmi».
PERLE DEI PADRI DELLA CHIESA PER L’ESTATE
«Ci sono due vie, una della vita e una della morte, ma c’è grande differenza tra le due vie. Questa è la via della vita: innanzitutto amerai Dio che ti ha creato, in secondo luogo il tuo prossimo come te stesso; non fare ad altri tutto ciò che non vorresti fosse fatto a te. Ecco l’insegnamento che ci danno queste parole: benedite quelli che vi maledicono, pregate per i vostri nemici, digiunate per quelli che vi perseguitino. Quale infatti il me- rito, se amate quelli che vi amano? Non fanno così anche i pagani? Amate invece quelli che vi odiano, e non avrete nemico. Astieniti dai desideri della carne. Se uno ti schiaf- feggia sulla guancia destra, porgigli anche l’altra, e sarai perfetto; se uno ti costringe ad andare con lui per un miglio, fanno due con lui; se ti toglie il mantello, dagli anche la tunica; se ti toglie il tuo, non richiederlo, perché non puoi. Da’ a ognuno che ti chiede, e non richiedere, perché il Padre vuole che si faccia parte a tutti dei suoi doni. Beato chi dà secondo il precetto, perché è senza colpa; ma se non ha bisogno, dovrà rendere conto spiegando per qual motivo e a qual fine abbia preso. Imprigionato, sarà esami- nato per tutto ciò che ha fatto, e non uscirà di prigione finché non avrà pagato fino all’ultimo spicciolo. Per questo ho detto: “Sudi la tua elemosina nelle tue mani, finché tu sappia a chi dai”.
Questa poi è la via della morte. Innanzi tutto, è malvagia e piena di maledizione: omicidi adulteri concupiscenze fornicazioni furti atti di idolatria e di magia incantesimi violenze false testimonianze ipocrisia doppiezza inganno tracotanza malvagità arroganza avidità turpiloquio gelosia insolenza superbia millanteria. Persecutori dei buoni, nemici della verità, amanti della menzogna, ignoranti della ricompensa della giustizia, non attaccati al bene e al giusto giudizio, sempre attenti non al bene ma al male. Lontane da loro mitezza e pazienza, amano le cose vane, perseguono la gratificazione, non hanno com- passione del povero, non si danno pensiero di chi è afflitto, non conoscono colui che li ha creati, uccidono i figli, di-struggono l’opera di Dio, allontanano chi è nel bisogno, affliggono chi è oppresso, difendono i ricchi e giudicano iniquamente i poveri, peccano in tutto. Evitate figli, tutto questo!» (dalla Didaché, testo del I secolo d.C.).