Ventiduesima Domenica del Tempo Ordinario
PERLE DEI PADRI DELLA CHIESA PER L’ESTATE
«L’evangelista Giovanni ricorda che il Signore disse ai giudei: «Voi scrutate le Scritture, nelle quali credete di avere la vita eterna. Sono esse che mi rendono testimonianza e voi non volete venire a me per avere la vita». Ora, come avrebbero potuto le Scritture rendergli testimonianza, se non provenissero da un unico e medesimo Padre per ammaestrare in antecedenza gli uomini riguardo alla venuta del Figlio e per annunciare loro la salvezza che viene da lui? «Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me, perché di me egli ha scritto». Certo, ovunque nelle sue Scritture è seminato il Figlio di Dio, che ora parla con Abramo, ora è con Noè per dargli le misure dell’arca, ora cerca Adamo, ora fa venire il giudizio sugli abitanti di Sodoma e, apparendo ancora, guida Giacobbe nel suo viaggio e parla Mosè dal roveto. Non è possibile numerare i passi nei quali Mosè mostra il Figlio di Dio. Egli non ignorò neppure il giorno della sua passione ma lo ha annunciato in figura chiamandolo “Pasqua”, e proprio in quel medesimo giorno che tanto tempo prima era stato annunciato da Mosè, il Signore patì portando a compimento la sua “Pasqua”». (Dal Contro le eresie di Sant’lreneo di Lione, scritto del Il secolo d.C.)