Ventunesima Domenica del Tempo Ordinario
SCUOLA ESTIVA DI PREGHIERA – NONO ESERCIZIO: IL RICORDO DEI DEFUNTI
Ai primi tre esercizi del mattino – (1) apertura del cuore, (2) invocazione dello Spirito Santo, (3) preghiera del Padre nostro – , abbiamo suggerito di introdurre anche due esercizi di preghiera da fare nel corso della giornata – (4) la preghiera del cuore e (5) la benedizione dei pasti –. Nelle ultime tre settimane abbiamo introdotto gli esercizi di preghiera per la sera – (6) la richiesta di perdono, (7) il ringraziamento, (8) il ricordo e l’affidamento alla Beata Vergine Maria – che sarebbe bene concludere con (9) un ricordo dei nostri cari defunti, magari recitando la preghiera dell’Eterno riposo.
PERLE DEI PADRI DELLA CHIESA PER L’ESTATE
«Il Figlio di Dio esiste da sempre presso il Padre, ma quando si incarnò e si fece uomo, ricapitolò in sé stesso la lunga storia degli uomini procurandoci in compendio la salvezza, affinché ricevessimo di nuovo in Cristo Gesù quello che avevamo perduto in Adamo, cioè l’essere a immagine e somiglianza di Dio. Non era infatti possibile che l’uomo, una volta vinto e spezzato dalla disobbedienza, fosse plasmato di nuovo e ottenesse il premio della vittoria, e ugualmente non era possibile che ricevesse la salvezza quest’uomo caduto sotto il potere del peccato; perciò il Figlio ha fatto l’una e l’altra cosa; Egli, che era il Verbo di Dio, è disceso dal Padre, si è incarnato, è disceso fino alla morte e ha portato a compimento il disegno della nostra salvezza. Il Signore nostro è il solo vero maestro; il Figlio di Dio è veramente buono; ha sopportato la sofferenza, lui, il Verbo di Dio Padre divenuto Figlio dell’uomo lottò e vinse; era uomo, combatteva per i suoi padri e distruggeva la disobbedienza con la sua obbedienza e, inoltre, incatenò il forte, liberò i deboli e donò la salvezza alle sue creature distruggendo il peccato. Egli ha dunque congiunto e unito l’uomo a Dio perché, se non fosse stato l’uomo a vincere il nemico dell’uomo, quest’ultimo non sarebbe stato vinto secondo la giustizia. E se l’uomo non fosse stato unito a Dio, non avrebbe potuto diventare partecipe dell’incorruttibilità. Occorreva infatti che il mediatore di Dio e degli uomini mediante la parentela con tutti e due, riconducesse tutti e due all’amicizia e alla concordia». (Dal Contro le eresie di Sant’Ireneo di Lione, scritto del II secolo d.C.)