PENSIERI DELLA DOMENICA

Sedicesima Domenica del Tempo Ordinario

«Ebbe compassione di loro». Questa frase del vangelo di questa domenica è di una bel- lezza senza fine. Il Signore ha compassione di noi, di ciascuno di noi. Partecipa delle nostre fatiche, delle nostre sofferenze, dei nostri mali. Il Signore ha compassione di noi. Non è un Dio distratto né tantomeno indifferente. Il Signore ha a cuore la nostra vita. Il Signore sta male di fronte al peccato che assedia i nostri cuori e che invade le nostre esistenze. Il Signore non si rassegna al male che facciamo con le nostre parole e le nostre azioni. (Enzo)


SCUOLA ESTIVA DI PREGHIERA – QUARTO ESERCIZIO: LA PREGHIERA DEL CUORE

I primi tre esercizi – apertura del cuore, invocazione dello Spirito Santo, preghiera del Padre nostro – costituiscono i tre esercizi con cui si aprono le nostre giornate.
L’esercizio di questa settimana consiste invece in una giaculatoria di origine evangelica che possiamo di tanto in tanto fare durante la nostra giornata soprattutto nei momenti di fatica, di desolazione, di sconforto oppure nei momenti in cui dobbiamo lottare contro qualche spirito della malvagità o qualche pensiero cattivo o qualche tentazione. La giaculatoria – che nel cristianesimo orientale è nota come preghiera del cuore – recita: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore».


PERLE DEI PADRI DELLA CHIESA PER L’ESTATE

«Voi siete pietre del tempio del Padre, preparate per la costruzione di Dio Padre, elevate fino in alto con l’argano di Gesù Cristo che è la croce, usando come corda lo Spirito Santo. La vostra fede, infatti, vi solleva, mentre l’amore è la via che conduce a Dio. Siete dunque tutti anche compagni di viaggio, portatori di Dio e portatori del tempio, portatori di Cristo, portatori di cose sante, in tutto adornati dai comandamenti di Gesù Cristo. Insieme a voi anch’io mi rallegro, perché sono stato reso degno di intrattenermi con voi attraverso questo che scrivo, e di gioire del fatto che, vivendo voi secondo un’altra vita, nient’altro amate se non Dio solo. Quanto agli altri uomini, pregate per loro incessantemente; vi è infatti in essi una speranza di conversione, perché giungano Dio. Fate dunque in modo che essi siano ammaestrati almeno dalle vostre opere: davanti alle loro collere, voi siate miti; davanti alle loro vanterie, voi siate umili; davanti alle loro bestemmie, voi ponete le preghiere; davanti al loro errore, voi siate saldi nella fede; davanti alla loro ferocia, voi siate mansueti, senza cercare a vostra volta di imitarli. Ci sia concesso di essere loro fratelli attraverso la bontà! Cerchiamo di essere imitatori del Signore. Chi più di lui è stato oggetto di ingiustizia? Chi più di lui è stato spogliato? Chi più di lui è stato respinto? Che nessuna erba del diavolo sia trovata in voi, ma che in tutta purezza e temperanza dimoriate in Gesù Cristo, nella carne e nello spirito! Temiamo la magnanimità di Dio, perché non si volga a nostra condanna. Dunque, o otteniamo la collera futura o amiamo la grazia presente: delle due, una! Ciò che importa, per la vita eterna, è solo l’essere trovati in Gesù Cristo. All’infuori di lui, nulla vi importi! Lui, per il quale io sono stretto da catene, queste perle spirituali! Per esse possa io risuscitare grazie alla vostra preghiera, della quale spero di essere sempre partecipe per ottenere l’eredità dei cristiani di Efeso, essi che sempre sono stati uniti anche agli apostoli, nella potenza di Gesù Cristo» (Sant’Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini, inizio II secolo d.C.).