PENSIERI DELLA DOMENICA

Quindicesima Domenica del Tempo Ordinario

Il Signore Gesù manda i suoi discepoli in missione rivestiti unicamente di precarietà e di debolezza. Essi devono viaggiare sprovvisti di pane, di sacca e di soldi; con sé possono portare solo un bastone, un paio di sandali e una tunica. L’annuncio del vangelo può avvenire soltanto a queste condizioni.
Per annunciare il vangelo più poveri si è, meglio è, perché il vangelo non si deve imporre ma solo proporre. Le persone non vanno conquistate a furia di assordanti e molesti proclami, non vanno ammaliate con continue e sempre nuove proposte. Il vangelo ha da sé la forza per convertire il cuore più duro, ma ha bisogno di persone povere che lo sappiano annunciare in assoluta semplicità. (Enzo)


SCUOLA ESTIVA DI PREGHIERA – TERZO ESERCIZIO: IL PADRE NOSTRO

In questa settimana, ogni mattina, quando mi alzo, dopo aver aperto il cuore al Signore (primo esercizio) e dopo aver invocato l’aiuto del suo Santo Spirito (secondo esercizio), allargo le mani verso il cielo – questo è il segno dell’orante che stende le sue mani a Dio, proprio come un bambino che ha appena imparato a camminare stende le mani verso suo padre – e recito con calma la preghiera che il Signore Gesù ci ha consegnato:

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.


PERLE DEI PADRI DELLA CHIESA PER L’ESTATE

«Se uno è fedele, capace di esporre la scienza, saggio nel discernere il discorsi, puro nelle azioni, sia tanto più umile quanto più è creduto grande e cerchi l’interesse comune e non il proprio. Chi possiede l’amore in Cristo mette in pratica i comandamenti di Cristo. Il vincolo dell’amore di Dio chi può raccontarlo? Chi è in grado di esprimere la grandezza della sua bellezza? Inenarrabile è l’altezza alla quale fa salire l’amore. L’amore ci unisce a Dio; l’amore copre un gran numero di peccati, l’amore sopporta tutto, pazienta tutto; nulla di vile nell’amore, nulla di superbo. L’amore non crea divisioni, l’amore non spinge alla rottura, l’amore fa tutto nella concordia; nell’amore sono stati resi perfetti tutti gli eletti di Dio; senza l’amore, nulla è gradito a Dio. Attraverso l’amore il Signore ci ha attirato a sé; a motivo dell’amore che ebbe per noi, Gesù Cristo, Signore nostro secondo la volontà di Dio, donò per noi il suo sangue, la sua carne per la nostra carne, la sua vita per la nostra vita. Vedete, amati, quanto grande e meraviglioso è l’amore, non è possibile descrivere la sua perfezione. Chi è in grado di essere trovato in esso se non quelli che Dio ha trovato degni? Preghiamo dunque e chiediamo alla sua misericordia di essere trovati nell’amore senza cedimenti umani, irreprensibili. Tutte le generazioni da Adamo fino ad oggi sono passate, ma quelli che per grazia di Dio sono stati resi perfetti nell’amore trovano posto tra gli uomini santi e questi ultimi saranno manifestati quando apparirà il Regno di Cristo. Siamo beati, amatissimi, se mettiamo in pratica i comandamenti di Dio nella concordia dell’amore, affinché l’amore perdoni i nostri peccati. Sta scritto infatti: beati quelli cui furono perdonate le malvagità e i cui peccati sono stati coperti; beato l’uomo al quale il Si­gnore non conta il peccato e sulla cui bocca non vi è inganno (Sai 31, 1-2). Questa beatitudine concerne quelli che Dio ha eletto attraverso Gesù Cristo, Signore nostro. A lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen» (dalla Lettera ai Corinti di San Clemente di Roma, testo del 96 d.C.).