Seconda Domenica di Quaresima
Sulle prime Abramo, di fronte alla terribile richiesta di Dio di sacrificagli il figlio Isacco, avrà pensato che in fondo il suo Dio non era così diverso dagl’idoli cananei ai quali si devono sacrificare beni e figli. Perché tutti gli idoli – anche quelli che fungheggiano nel nostro cuore – richiedono sacrifici.
Per la carriera si può arrivare anche a sacrificare le migliori amicizie, quelle nate nell’infanzia e cresciute nella gioventù.
Sull’altare del denaro alcuni uomini arrivano a sacrificare gli affetti più cari e gli amori più belli.
Per la quiete e il benessere – idoli potentissimi – talvolta si sacrificano figli e nipoti mai nati o trascurati.
Ma sul monte Abramo doveva imparare che il Signore non chiede la vita, ma la dona; non chiede figli, ma dona suo Figlio, l’amato.
Ecco, quindi, una elementare regola di discernimento: Come si distingue un idolo dal Dio vero? L’idolo ti chiede la vita. Dio ti dona la vita. (Enzo)